Acido Lattico: non mi dire che ancora credi a questa favola…
Ancora oggi, sento dire:
“Oggi non riesco a muovermi…dev’essere l’acido lattico accumulato con l’allenamento di ieri…”
Il dolore e l’irrigidimento muscolare che ci assalgono il giorno seguente ad un allenamento intenso o dopo un lungo periodo di inattività non sono da attribuire a un accumulo di acido lattico nel sangue e nei muscoli.
Tale fenomeno, più comunemente chiamato con l’acronimo DOMS (Delayed onset muscle soreness) è il normale risultato di:
- microlesioni a livello muscolare
- risposta infiammatoria ai suddetti microtraumi
- eccessive contrazioni e spasmi muscolari
Le microlesioni sono l’unico strumento che il corpo ha per adattarsi allo sforzo e per migliorare le proprie capacità funzionali. L’intensità del dolore e la durata della conseguente sensazione di irrigidimento, dipende sempre e comunque dal tipo di esercizio, dalla durata e dall’intensità dell’esercizio che si è svolto. In alcuni casi partecipano alla sensazione di dolore anche eccessive tensioni di fibre tendinee non allenate e addirittura il meccanismo nervoso comandato dal cervello tra muscoli agonisti e antagonisti.
Anche lo spasmo da esercizio, che consiste in fibre muscolari che mantengono la contrazione anche al termine del movimento, è soggetto allo stesso iter: nel giro di 3-6 giorni le cellule “danneggiate” si riorganizzano e riadattano per aumentare la resistenza del muscolo. In questo caso in particolar modo, la percezione di dolore svanisce al terzo o quarto allenamento dello stesso tipo.
L’unico modo per minimizzare questa sintomatologia è l’approccio estremamente graduale e progressivo dell’allenamento: non c’è niente di più dannoso (da questo e altri mille punti di vista) che iniziare ad allenarsi al di sopra delle proprie potenzialità. Altri elementi che contribuiscono ad alleviare la sensazione dolorosa sono lo stretching al termine dell’allenamento e la somministrazione di antiossidanti (in particolare la vitamina E), di grande aiuto, tra gli altri, per i loro effetti antinfiammatori.
L’acido lattico è un composto presente nel nostro sangue anche in condizioni di riposo (1-2 mmoli/L).
Il nostro corpo possiede sistemi per convertire e riutilizzare l’acido lattico; ad esempio, grazie al Fegato, può essere convertito in Glucosio, il Cuore invece è in grado di metabolizzare l’acido lattico a scopo energetico.
Durante uno sforzo fisico inteso ( che varia tra soggetto allenato e non allenato) il livello dell’acido lattico nel sangue aumenta in maniera proporzionale allo sforzo e al grado di preparazione fisica della persona. Ovvero, se un atleta ed un sedentario corrono alla stessa velocità, quest’ultimo produce il doppio di acido lattico rispetto al primo e lo smaltisce con maggiori difficoltà.
Tale livello può raggiungere e superare le 20 mmoli/L, e ce ne accorgiamo, perché sopraggiunge la fatica!!
E’ stato ampiamente dimostrato che l’acido lattico viene rimosso dal sangue e dai muscoli durante il riposo.
“In generale occorrono 25 minuti per rimuovere la metà dell’acido lattico accumulato e circa 1 ora e 15 minuti per riportarlo a valori basali”
Il tempo di ripristino dei normali valori dell’acido lattico, dipende dal livello di preparazione del soggetto.In soggetti non allenati potrebbero volerci 2 o 3 ore per essere definitivamente riassorbito.
Sapevi che c’è un modo più veloce per rimuovere l’accumulo di acido lattico?
“Dopo un esercizio massimale che ne provochi un accumulo, l’acido lattico può essere rimosso dal sangue e dai muscoli più rapidamente se si esegue un esercizio leggero a bassa intensità piuttosto che stando a riposo.”
Chiaro?
“Non è l’acido lattico che provoca l’indolenzimento muscolare il giorno successivo ad una seduta d’allenamento”
Capito la necessità di un approccio graduale all’allenamento?
L’approccio graduale è fondamentale nel raggiungere il proprio obiettivo.
Qual’è il tuo livello? Prova questo allenamento!
Ti è piaciuto questo post?
Se ti è piaciuto, puoi ricambiare condividendo su Facebook e sul tuo social network preferito. 🙂
Grazie